La tubercolosi multiresistente: una minaccia globale tra resistenze emergenti e approcci terapeutici attuali
Abstract
La tubercolosi (TB) è una malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis, che colpisce prevalentemente i polmoni e rappresenta una delle principali cause di morte a livello mondiale. La malattia può essere attiva o latente e si manifesta con sintomi quali tosse persistente, febbre, sudorazioni notturne e perdita di peso. La diagnosi si avvale di esami radiologici come la radiografia del torace e l’HRCT, e di analisi sull’espettorato, che includono l’esame microscopico, la coltura (gold standard) e test molecolari rapidi (NAAT). La terapia standard per la TB sensibile ai farmaci dura sei mesi e si suddivide in una fase intensiva di due mesi con isoniazide (INH), rifampicina (RIF), pirazinamide (PZA) ed etambutolo (EMB), seguita da una fase di mantenimento di quattro mesi con isoniazide e rifampicina. Una minaccia crescente è rappresentata dalla tubercolosi multiresistente (MDR-TB), definita come resistenza ad almeno isoniazide e rifampicina, e dalla tubercolosi estensivamente resistente (XDR-TB), che presenta ulteriori resistenze a farmaci di seconda linea. Per contrastare la MDR-TB, le nuove linee guida dell’OMS del 2022 raccomandano un regime terapeutico interamente orale della durata di 6 mesi, denominato BPaLM. Questo regime è composto da bedaquilina, pretomanid, linezolid e moxifloxacina, e rappresenta un’alternativa più breve e preferenziale rispetto ai trattamenti tradizionali più lunghi (9-18 mesi).
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