In ricordo di Joseph Milic-Emili
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Il Professore Joseph Milic-Emili, per tutti Milic, Lui che per noi sembrava senza tempo, se ne è andato altrove, mi piace pensare per un infinito sabbatico in un luogo molto bello, come ha spesso amato fare nella sua lunga vita.
È stato il mio maestro, mentore e credo amico negli ultimi anni vissuti, mio come di decine e decine di riconoscenti (ex-)giovani “fellows” provenienti da tutto il mondo e naturalmente anche dall’Italia, a nome dei quali tutti, senza alcuna presunzione, ho voluto scrivere queste righe di malinconico commiato.
Era nato italiano a Sezana (ora in Slovenia), era di cultura italiana (liceo a Trieste, Università a Milano e primi anni di attività scientifica alla scuola di Fisiologia di Milano, allievo del Professore Margaria). Questo lo ha sicuramente segnato nel carattere, nello spirito e nella naturale empatia verso gli altri che ha sempre avuto nel corso della sua vita anche professionale e che lo ha distinto dagli altri pure eccellenti professori della McGill University di Montreal dove è approdato, proveniente dalla Harward School of Public Health di Boston, agli inizi degli anni '60.
Milic è stato Capo del Dipartimento di Fisiologia a McGill tra il 1973 e 1978, per poi diventare Direttore dei Meakins-Christie Labs nel 1979 per 14 anni. È stato nominato Professor Emerito nel Dipartimento di Fisiologia e Medicina di McGill nel 1998.
Milic è stato molte cose. Certamente un indiscusso gigante della fisio-patologia respiratoria, dotato di una profonda onestà intellettuale e di un approccio metodologico impeccabile. A Lui si devono la misura della pressione pleurica e dell’attività elettrica del diaframma crurale tramite sondino esofageo, la stima incruenta del drive neuromuscolare con la P0.1, la conoscenza del gradiente verticale della pressione pleurica, la scoperta del volume di chiusura, il concetto di flusso-limitazione patologica e di iperinflazione polmonare e molto altro. Ma era anche uno straordinario divulgatore, in grado di fare passare con semplicità concetti complessi (vi ricordate la molla…?) in qualsiasi uditorio (dal Giappone, all’India, dal Canada all’Italia), per lo meno in cinque lingue.
Milic era per sua natura una persona carismatica e un vero leader in grado di far appassionare i suoi collaboratori alla fisio-patologia respiratoria, ma anche alle cose della vita che gli piacevano, la storia (romana in primo luogo), l’opera e il bel canto, le visite ai cimiteri monumentali, i romanzi, i soldatini da dipingere, le monete antiche, il gusto per la buona cucina e le barzellette (famose in tutto il mondo).
Universalmente definibile come “an inspiring man, larger than life”.
Era infine una persona generosa e disponibile con tutti i suoi collaboratori con cui è sempre rimasto in contatto e di cui si ricordava continuamente, considerandoli l’aspetto più importante della sua vita di professore.
È certo che ognuno di quegli innumerevoli studenti, ricercatori e colleghi che ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo e frequentarlo ha una serie di aneddoti e ricordi che lo legheranno per sempre alla sua memoria e non posso di sicuro raccontarvi di tutti quelli che ricordo personalmente.
Mi piace concludere con quanto si leggeva in un poster attaccato alla porta del suo studio: “Dio ha creato poche teste perfette, il resto le ha coperte di capelli”.
Avrò nostalgia della tua risata, del tuo sguardo scintillante e dei tuoi fax.
Ci mancherà, ma la sua testimonianza resterà a lungo.
Ciao Milic e grazie
Claudio Tantucci
e tutti i suoi allievi italiani
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